Reumatologia
Marco Gattorno
Vol. 53, N. 209 – gennaio-marzo 2023UOC Reumatologia Pediatrica e Malattie Autoinfiammatorie, IRCCS, Istituto G. Gaslini, Genova
Nel corso degli ultimi venti anni le malattie reumatiche infantili hanno subito una evidente evoluzione, legata alla sempre maggiore comprensione dei loro meccanismi eziopatogenetici, alla migliore caratterizzazione clinica e alla messa a punto di interventi terapeutici sempre più mirati. A questi avanzamenti nel campo delle tradizionali malattie reumatiche multifattoriali, si unisce lo straordinario impatto fornito dalla scoperta, verso la fine del secolo scorso, delle malattie autoinfiammatorie e dal progressivo ampliamento delle condizioni monogeniche infiammatorie.
In questa sezione di Prospettive in Pediatria si è voluto dare spazio alle novità emergenti in tre campi cruciali della Reumatologia Pediatrica.
L’artrite idiopatica giovanile (AIG) rappresenta di gran lunga la patologia più frequente e studiata tra quelle reumatiche dell’infanzia. Tuttavia, gli ultimi tre anni hanno fornito una serie di importanti novità che hanno permesso una migliore definizione dei meccanismi eziopatogenici di questa malattia e che contribuiscono a una migliore comprensione della sua eterogeneità, sia dal punto di vista clinico che di risposta al trattamento. Da tale evidenza nasce anche la necessità di ripensare alla classificazione di questo insieme di condizioni, in modo da poter identificare gruppi sempre più omogenei, sia dal punto di vista clinico che per la risposta ai vari trattamenti. Infine, gli ultimi anni hanno fornito i primi dati reali tesi a verificare l’effettiva utilità di un approccio treat to target in queste forme. L’insieme di questi progressi permette di intravedere la possibilità, in un prossimo futuro, di un vero approccio di medicina personalizzata per i bambini con AIG, teso all’identificazione di gruppi sempre più omogenei sulla base di biomarcatori biologici e clinici, al fine di giungere a un’identificazione precoce dei bersagli terapeutici più efficaci, per giungere il più rapidamente possibile alla remissione clinica completa.
Un altro argomento in fortissima evoluzione nel corso degli ultimi anni è quello relativo alla sindrome di attivazione macrofagica, sia primitiva che secondaria. Anche in questo caso, la migliore comprensione eziopatogenetica di questa severa complicanza ha permesso di identificare una serie di molecole centrali (IL-18, Interferone gamma, alcune chemochine) che svolgono un ruolo molto rilevante, sia come marcatori diagnostici che come target terapeutici. L’uso di alcuni marcatori ciofluorimetrici ha inoltre recentemente segnato una straordinaria novità pratica e clinica, che permette di differenziare in fase acuta in modo molto specifico la sindrome di attivazione macrofagica primitiva e secondaria dalla sepsi. Infine, l’avvento di nuove molecole come l’anticorpo anti IFN-gamma (emapalumab) e gli inibitori di IL-18 rappresentano importanti novità terapeutiche potenzialmente cruciali nel trattamento dei pazienti che non rispondono alle comuni approcci terapeutici.
Come detto le malattie autoinfiammatorie rappresentano di gran lunga la novità più rilevante nel contesto della reumatologia pediatrica. Dal quadro classico delle febbri periodiche “classiche” si è arrivato gradualmente a un crescente numero di nuove condizioni, caratterizzate da una ampia variabilita fenotipica, spesso in sovrapposizione con quadri infiammatori multifattoriali. I progressi straordinari delle tecniche genetiche (next generation sequencing) e dell’analisi bioinfomatica ha permesso di identificare un numero sempre crescente di nuovi geni, che coinvolgono specifiche pathway intracellulari e identificano nuovi possibili bersagli terapeutici. Solo negli ultimi 3 anni abbiamo assistito a un incremento del 25% delle malattie autoinfiammatorie note, che vengono qui illustrate cercando di porre in rilievo i caratteri clinici delle nuove malattie e la loro inserimento nel contesto della classificazione patogenetica attuale.
Mi pare infine importante sottolineare quanto la comunità dei centri di reumatologia pediatrica italiani abbia contribuito e continui a contribuire in modo decisamente significativo ai progressi compiuti in questo campo, con un livello scientifico assolutamente all’avanguardia nel contesto internazionale. Volutamente, questa parte monografica ha raccolto il contributo collaborativo di diversi gruppi italiani, nello spirito che contraddistingue la filosofia di lavoro e lo stile di relazioni interpersonali della neonata Società Italiana di Reumatologia Pediatrica, di cui questo numero monografico di Prospettive in Pediatria celebra in qualche modo la nascita.