Presentazione

Carlo Agostoni

Vol. 54, N. 216 - ottobre-dicembre 2024

SC Pediatria-Immunoreumatologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità  

La nutrizione durante i primi anni rappresenta la prima finestra di opportunità per influenzare lo stato di salute o di malattia attraverso meccanismi di tipo sia diretto (intragenerazionale) che indiretto (intergenerazionale), con ricadute non solo a livello individuale, ma anche economico-sociale. Stato nutrizionale e alimentazione inadeguati, a partire dal concepimento, possono avere effetti permanenti non solo su sovrappeso, obesità e/o malattie non trasmissibili, ma anche sulla aggredibilità da agenti patogeni-mediata anche – ma non solo – dalla biodiversità individuale del microbiota. A oggi, nel mondo, la malnutrizione nelle popolazioni pediatriche e nelle donne in età fertile rappresenta ancora un grave problema di salute pubblica, esacerbato dalle crescenti diseguaglianze socioeconomiche, dal cambiamento climatico, dai conflitti e dalle pandemie che minacciano ulteriormente la salute, nonché la stabilità del pianeta. Come l’alimentazione, anche un ambiente naturale sano (Global health) è una pietra angolare per benessere, crescita, sviluppo e salute riproduttiva.
Fornire una dieta sostenibile e consona ai fabbisogni di tutte le età a una popolazione mondiale in crescita, a partire dai primi anni di vita, è la sfida dei nostri giorni per eliminare la malnutrizione, il ciclo intergenerazionale delle malattie, i rischi ambientali e le disuguaglianze, coerentemente col concetto di life course approach dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, del 2002, per migliorare l’aspettativa di vita sana.
Cristiana Berti, insieme a Silvia Bettocchi e Adriano La Vecchia, affronta un tema di grande attualità: la malnutrizione in età pediatrica in un contesto di cambiamento climatico sempre più sfavorevole. La malnutrizione pediatrica, sia per difetto che per eccesso, a cui si è aggiunto il fenomeno recente del Double Burden of Malnutrition, condizione in cui la denutrizione coesiste con sovrappeso/obesità e malattie non trasmissibili, continua a rappresentare una minaccia a livello globale. L’analisi dei fattori alla base della malnutrizione pediatrica evidenzia che clima, sistema agroalimentare e nutrizione sono tra loro correlati, con i modelli dietetici contemporanei che, oltre a contribuire al peso globale di mortalità e morbilità, minacciano il pianeta. Per combattere la malnutrizione in età pediatrica nel mondo, bisogna creare ambienti alimentari sani, sostenibili e diversificati, accessibili a tutti. Gli autori suggeriscono le possibili soluzioni per affrontare contemporaneamente le molteplici componenti comuni a obesità, denutrizione e cambiamento climatico, a partire dalla nutrizione nei primi anni di vita. La pediatria in senso globale, dalle figure pediatriche alle strutture per l’infanzia, dovrebbe assumere sempre più un ruolo educativo preventivo, più che terapeutico, trasmettendo prima ai genitori e, successivamente, ai bambini diventati adolescenti, i principi di rispetto dei fabbisogni individuali e della natura, in un contesto trasversale a tutti gli strati sociali ed economici.
Nel secondo contributo, Martina Abodi, Edgardo Somigliana e Fabio Parazzini si occupano del delicato tema del concepimento e della fertilità, riassumendo le recenti evidenze sull’impatto di nutrienti, pattern alimentari e aspetti critici di interesse nutrizionale sulla capacità riproduttiva umana. Oggigiorno, l’infertilità è un problema di salute pubblica diffuso: nel mondo, più di 48 milioni di coppie hanno problemi di concepimento. La condizione fisiologica al momento del concepimento – o dell’intenzione di concepire – riassume cause di possibile insuccesso, suggerendo al contempo la possibilità di interventi che migliorino l’esito del concepimento stesso. Il concetto di epigenetica riassume molti di questi aspetti, all’incrocio di definizioni più iniziatiche quali “metilazione del DNA” e “microRNA” (che è valso il premio Nobel per la Medicina di quest’anno). L’argomento è da approfondire accuratamente, in quanto, nonostante numerosi studi, per lo più su modello animale e osservazionali, a supporto del ruolo dell’alimentazione per la funzionalità riproduttiva, non esistono ancora linee guida univoche da adottare quando si ricerca una gravidanza. In caso di problematiche di concepimento, è opportuno un inquadramento della coppia che includa anche la valutazione dello stato nutrizionale, metabolico, della composizione corporea e, in caso di infezioni urogenitali ricorrenti, della composizione microbica intestinale e vaginale. In seguito, interventi nutrizionali mirati, dal carico glicemico dei pasti all’utilizzo di alimenti che seguano una filiera corta dal produttore al consumatore, possono rappresentare condizioni facilitatorie sulla gravidanza e il mantenimento dello stato di salute della diade madre-feto durante la gestazione stessa. Il ruolo di micronutrienti e antiossidanti è quello maggiormente studiato, oggi, relativamente a nutrizione e fertilità.
Nel terzo articolo, Valentina De Cosmi, Umberto Agrimi e Marco Silano esplorano le fonti alimentari alternative di proteine e macronutrienti, partendo da una panoramica sulla sostenibilità dei sistemi alimentari e sulla prevalenza della malnutrizione in Europa. Gli attuali modelli di consumo e sistemi alimentari sono insostenibili per l’ambiente e rappresentano un fattore di rischio per obesità (in Europa, un bambino su quattro in età scolare soffre di malnutrizione per eccesso) e malattie non trasmissibili. Considerando la continua crescita della popolazione, a cui corrisponde una domanda aumentata di proteine, elemento cardine per la crescita corporea, la sfida è quella di produrre cibo nutriente per tutti, rendendo la filiera alimentare più sostenibile. Una strategia chiave è aumentare la bio-diversità delle fonti proteiche, che dovranno essere selezionate per assicurare l’equilibrio degli aminoacidi essenziali. Nell’articolo vengono illustrate le fonti proteiche “alternative”, rispetto a carne, latticini e pesce, che sembrano essere soluzioni promettenti. Il loro successo come opzione dietetica praticabile per il futuro, in Europa, dipenderà dai risultati su valutazione di sicurezza e profili nutrizionali, dai costi e dall’efficienza produttiva e dall’accettazione dei consumatori.