Le anemie emolitiche ereditarie
Roberta Marra1,2, Immacolata Andolfo1,2
Vol. 55, N. 217 gennaio-marzo 20251 Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Napoli; 2 CEINGE – Biotecnologie Avanzate Franco Salvatore, Napoli
Riassunto
Le anemie emolitiche ereditarie rappresentano un vasto ed eterogeneo gruppo di disordini caratterizzati da una riduzione della emivita del globulo rosso. Possono essere classificate in quattro sottotipi distinti: (i) difetti della sintesi dell’emoglobina; (ii) difetti di produzione degli eritrociti o anemie ipoproduttive; (iii) difetti eritrocitari di membrana, che possono originare da alterazioni nell’organizzazione strutturale del complesso membrana-citosche- letro (come la sferocitosi ereditaria), o da anomalie della funzione di trasporto attraverso la membrana (come la stomatocitosi ereditaria); (iv) anemie emolitiche non sferocitiche dovute a difetti enzimatici. La diagnosi differenziale di queste condizioni è spesso resa complessa dalla sovrapposizione dei fenotipi. Le indagini di I livello prevedono l’emocromo completo con la valutazione degli indici di emolisi (bilirubina, lattato deidrogenasi, aptoglo- bina) e della risposta midollare (aumento dei reticolociti). A esso si associa la valutazione morfologica degli eritrociti allo striscio di sangue periferico. Una volta posto il sospetto di anemia emolitica ereditaria, si possono effettuare test di II livello quali l’ektacitometria o la misurazione di attività enzimatica. Dirimenti risultano però i test molecolari (indagini di III livello) effettuati tramite sequenziamento diretto e sequenziamento NGS. Non esiste, ad oggi, una terapia risolutiva per questi difetti. Nella maggior parte dei casi, le terapie sono di supporto, come le trasfusioni o la ferrochelazione, agendo quindi sui sintomi. In alcuni casi la splenectomia è una scelta terapeutica (come nel caso della sferocitosi ereditaria) in altri è controindicata (come nel caso della stomatocitosi ereditaria) o di modesto effetto benefico come nel caso dei difetti enzimatici.
Parole chiave: anemie emolitiche, anemie ereditarie, difetti della membrana del globulo rosso, difetti enzimatici
Summary
Hereditary hemolytic anemias constitute a large and heterogeneous group of disorders characterized by a reduced lifespan of red blood cells.These conditions can be classified into four distinct subtypes: (i) defects in hemoglobin synthesis; (ii) defects in erythrocyte production, also known as hypoproductive anemias; (iii) erythrocyte membrane defects, which may result either from structural abnormalities in the membrane-cytoskeleton complex (e.g., hereditary spherocytosis) or from dysfunctions in membrane transport (e.g., hereditary stomatocytosis); and (iv) non-spherocytic hereditary anemias caused by enzymatic defects. Differential diagnosis of these disorders is often complicated by overlapping clinical phenotypes. First-level diagnostic investigations include a complete blood count with assessment of hemolytic markers (bilirubin, lactate dehydrogenase, haptoglobin) and bone marrow response (elevated reticulocyte count), alongside morphological examination of erythrocytes on a peripheral blood smear. Once a hereditary hemolytic anemia is suspected, second-level investigations such as ektacytometry or enzyme activity assays can be performed.However,molecular testing (third-level investigations) through direct sequencing or next-generation sequencing is often decisive for diagnosis. Currently, there is no definitive cure for these disorders. Treatment is primarily supportive, including blood transfusions and iron chelation. In certain cases, splenectomy is a therapeutic option (e.g., in hereditary spherocytosis), while it is contraindicated in others (e.g., hereditary stomatocytosis) or has limited benefit, as seen in enzymatic defects.
Key words: hemolytic anemias, hereditary anemias, red blood cell membrane defects, enzymatic defects