Anemia emolitica autoimmune

Maurizio Miano, Maria Carla, Giarratana, Gianluca Dell’Orso

Vol. 55, N. 217 - gennaio-marzo 2025

UOC Ematologia, IRCCS Istituto Giannina Gaslini, Genova

Riassunto

L’Anemia Emolitica Autoimmune in età pediatrica è una condizione rara e potenzialmente grave. In circa la metà dei casi rappresenta un epifenomeno di difetti congeniti dell’immunità. Nel 60-70% dei casi, le Immunoglobuline G auto-reattive, definite “anticorpi caldi”, si legano ad antigeni sulla superficie dei globuli rossi. Più raramente l’emolisi è secondaria a forme IgM-mediate “da anticorpi freddi”, forme miste o ad emoglobinuria parossistica a frigore. L’anemia può svilupparsi gradualmente o rapidamente, a seconda dell’entità dell’emolisi e del compenso midollare. I sintomi comprendono astenia, affaticamento e, nei casi più gravi, dispnea e tachicardia. I segni tipici sono pallore, ittero, emoglobinuria ed epatosplenomegalia. Il test di Coombs diretto e indiretto permette di dimostrare il processo immunomediato. È consigliato per tutti i pazienti con AEA uno screening immunologico all’esordio per identificare eventuali disordini congeniti dell’immunità alla base della patogenesi. Il trattamento di prima linea si basa sulla somministrazione di steroidi ad alte dosi. La possibilità di somministrare farmaci alternativi agli steroidi rappresenta una sfida importante per il prossimo futuro, in particolare per i pazienti con malattia resistente o recidivante sottoposti a trattamenti prolungati e pertanto ad alto rischio di effetti collaterali a lungo termine. Le evidenze più solide sono relative a Rituximab, Micofenolato mofetile e Sirolimus, mentre altri farmaci possono essere proposti dopo una diagnosi di uno specifico difetto congenito.

Parole chiave: anemia emolitica autoimmune, inborn errors of immunity (IEI), immunodisregolazione, micofenolato, sirolimus

Summary

Autoimmune Haemolytic Anemia (AIHA) is a rare and potentially severe condition in children. It represents in about half of the cases an epiphenomenon of Inborn Errors of Immunity (IEI). In 60-70% of cases, auto-reactive Immunoglobulin G, defined as “warm antibodies”, bind to antigens on red blood cells surface. Less commonly IgM, known as“cold antibodies”can cause intravascular haemolysis or AIHA can be secondary to mixed forms or to paroxysmal cold hemoglobinuria.Anemia can develop gradually or rapidly,depending on the extent of hemolysis and marrow compensation. Symptoms include fatigue, weakness, and, in more severe cases, dyspnea and tachycardia.Typical signs include pallor,jaundice,hemoglobinuria,and hepatosplenomegaly.The direct or indirect antiglobuline test is the most important tool to demonstrate the immune-mediated process. It is advisable for all patients with AHA to undergo immunological screening at onset in order to identify any potential underling IEI. Although not validated by any clinical trials, first-line treatment is based on the administration of high-dose steroids.The possibility of using alternative medications represents an important challenge for the future, especially for patients with resistant or relapsing disease who have undergone prolonged treatments and, therefore, are at high risk for long-term side effects.The most solid evidence is related to Rituximab, Mycophenolate and Sirolimus, while other drugs may be considered after a diagnosis of a specific congenital immune defect.

Key words: autoimmune haemolytic anemia, inborn errors of immunity (IEI), immune-dysregulation, mycophenolate mofetil, sirolimus